Semplificare la valutazione ecografica delle masse pelviche

12 Apr 2011 Ginecologia

Con alcune semplici regole si potrebbe migliorare il management delle donne sottoposte a ecografia per la presenza di masse a livello degli annessi; solo nei casi in cui, grazie a queste regole, non si dovesse arrivare a risultati conclusivi, l’esame diagnostico pi? accurato resta la valutazione soggettiva dell’imaging ecografico da parte di un esperto. Queste le conclusioni dello studio prospettico di validazione dello Iota group, con la firma come primo autore di Dirk Timmerman, degli Ospedali universitari di Lovanio (Belgio), e la partecipazione di cinque ginecologi italiani. L’indagine, condotta in 19 centri di otto Paesi, ha coinvolto 1.938 donne con masse pelviche, sottoposte a ecografia in base a un protocollo standardizzato di ricerca. Sono stati identificati tumori benigni (72%), primari invasivi (19,2%), maligni borderline (5,7%) e metastatici nell’ovaio (3%). Le regole utilizzate per la valutazione comprendevano cinque segni ecografici (tra cui forma, dimensione, solidit?, e risultati dell’esame color-Doppler) per predire i tumori maligni (caratteristiche M) e cinque segni per predire i tumori benigni (caratteristiche B). La massa era classificata come maligna in presenza di una o pi? caratteristiche M in assenza di quelle B. Al contrario se erano presenti una o pi? caratteristiche B in assenza di quelle M la massa era classificata come benigna. In assenza di caratteristiche M e B i risultati erano considerati non conclusivi. Il protocollo ha portato a risultati conclusivi nel 77% delle masse con una sensibilit? del 92% e una specificit? del 96%. La corrispondente valutazione soggettiva ? apparsa caratterizzata da una sensibilit? del 91% e da una specificit? del 96%. Riservare la valutazione soggettiva solo alle masse per cui le regole non fornivano risultati conclusivi garantiva una sensibilit? del 91% e una specificit? del 93% rispetto al 90% e al 93% registrato quando la valutazione soggettiva era praticata in tutte le masse.

BMJ, 2010 Dec 14; 341:c6839

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