Rischio di trombosi e conta leucocitaria per predire l’infarto

Al momento del ricovero di un soggetto con infarto miocardico acuto, la semplice combinazione della conta leucocitaria e del Timi (thrombosis in myocardial infarction) risk score può fornire ulteriori informazioni utili a predire gli outcomes dei pazienti. Il dato deriva da una ricerca condotta in Iran da un team guidato da Atooshi Rohani dell’università di Scienze mediche di Yasuj su 70 soggetti con infarto acuto, ai quali, al momento del ricovero, si sono misurati la conta dei bianchi e il Timi risk score. È così emerso che, rispetto a quanti mostravano una bassa conta dei bianchi, i soggetti con un’elevata conta leucocitaria mostravano un rischio quintuplicato di scompenso cardiaco congestizio intraospedaliero e più che raddoppiato di morte. I pazienti con alto Timi risk score, a loro volta, avevano un rischio decuplicato di insorgenza di scompenso cardiaco congestizio e morte a confronto di chi aveva un punteggio basso. Quando si effettuava un’analisi della combinazione di differenti strati di ogni variabile, si è osservato un incremento di mortalità. Si sono osservati pochi pazienti con alta conta dei bianchi e basso Timi risk score o con bassa conta leucocitaria e alto Timi risk score. Questi soggetti mostravano un rischio intermedio, mentre quelli con elevato conteggio dei bianchi e di Timi risk score presentavano il rischio più elevato. J Emerg Trauma Shock, 2011; 4(3):351-4

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