Livelli urinari di N-telopeptide ed efficacia di alendronato

Nelle donne con osteoporosi postmenopausale, il trattamento con alendronato, Aln (70 mg/settimana) determina la riduzione dell’escrezione urinaria di N-telopeptide (Ntx), biomarker di turnover osseo e di efficacia della terapia antiosteoporotica. La probabilità di conseguire una riduzione clinicamente significativa è maggiore nelle donne che presentano i più alti livelli basali di Ntx e che hanno la più elevata compliance al trattamento. Sono le conclusioni di uno studio osservazionale prospettico multicentrico spagnolo, coordinato da Santiago Palacios, dell’Instituto Palacios di Madrid, nel quale sono state ammesse donne in postmenopausa osteoporotiche (in base a criteri densitometrici), che avevano iniziato un trattamento con Aln senza pregresse terapie agenti riassorbitivi (da 12 mesi) o calcitonina (da 6 mesi). La valutazione di Ntx nelle urine è stata fatta al basale e dopo un follow-up di 6 mesi. Una variabile dicotomica misurata è stata l'”ottenimento di una riduzione di Ntx urinario di almeno il 30%”, parametro considerato “minimo cambio clinicamente significativo” (Mccs). Tra le altre variabili considerate, la compliance al trattamento è stata valutata come percentuale di giorni di farmaco prescritto in funzione del tempo tra l’inizio e la fine del trattamento (una buona compliance veniva considerata se compresa tra 80% e 120%). Alla fine, le variabili che hanno raggiunto una significatività statistica sono state i valori urinari basali di Ntx (Or: 1,052) e la compliance (Or: 3,9). Pertanto le donne con buona compliance al trattamento avevano probabilità almeno 4 volte maggiori di conseguire il Mcsc a livello ntx; inoltre, si è visto che l’aumento di 1 unità di Ntx urinario basale aumentava del 5% la probabilità di raggiungere il Mcsc.

Menopause, 2012; 19(1):67-74

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