Asa in prevenzione primaria, più danni che benefici

L’impiego dell’acido acetilsalicilico (Asa) in prevenzione primaria al fine di evitare eventi cardiaci o ictali, potrebbe essere più dannoso che benefico. Infatti – secondo una meta-analisi britannica di 9 trial per un totale di 102.261 pazienti seguiti per 6 anni – nonostante vi sia un’importante diminuzione del numero di infarti miocardici non fatali, non si registra una riduzione dei decessi cardiovascolari né della mortalità da cancro. Ma soprattutto è il rischio di sanguinamento interno ad apparire troppo elevato. Gli autori dello studio – appartenenti a varie strutture universitarie e ospedaliere del Regno Unito – ritengono pertanto che sia giustificato l’uso dell’Asa solo in prevenzione secondaria. «Se si trattano 73 persone per circa 6 anni, si avrà un episodio di sanguinamento non banale. Se si trattano circa 160 soggetti per lo stesso periodo di tempo, si riuscirà a prevenire un attacco di cuore che probabilmente non sarebbe stato in ogni caso fatale» ha dichiarato alla Bbc il ricercatore leader Kausik K. Ray, della St George’s University di Londra. «L’Asa può aiutare a ridurre il rischio di attacco cardiaco o ictus nei soggetti con cardiopatia nota, e questo gruppo di pazienti dovrebbe continuare ad assumere il farmaco prescritto dal medico» ha ribattuto Natasha Stewart, della British Heart Foundation. «È però vero che chi non ha una malattia cardiaca sintomatica o diagnosticata non dovrebbe assumere Asa perché il rischio di emorragie interne potrebbe sopravanzare i benefici».

Arch Intern Med, 2012 Jan 9. [Epub ahead of print]

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Ematologia
La luteina previene l’aterosclerosi precoce

Alti livelli sierici di luteina possono giocare un ruolo rilevante nella prevenzione dell’aterosclerosi in fase precoce. È quanto inducono a ritenere i risultati di uno studio caso-controllo effettuato da Zhiyong Zou e colleghi dell’università di Pechino (Cina). I ricercatori hanno arruolato 125 pazienti con aterosclerosi precoce (ossia senza rilevazione ecografica di placche calcifiche), e 107 controlli, tutti di età compresa tra 45 e 68 anni. In ogni partecipante si sono misurati contemporaneamente, mediante ecografia carotidea, lo spessore dell’intima-media (Im) della carotide comune e la rigidità arteriosa del medesimo vaso, oltre alla concentrazione sierica dei carotenoidi tramite cromatografia liquida. Nei casi di aterosclerosi precoce, il livello sierico di luteina è risultato significativamente inferiore rispetto ai controlli. Inoltre si è visto che la concentrazione della luteina era inversamente associata allo spessore Im carotideo. La zeaxantina e il beta-carotene sono apparsi entrambi inversamente correlati alla rigidità della arteria carotide comune destra, al modulo elastico e alla velocità dell’onda di polso. Dopo correzione per età e genere, queste associazioni sono rimaste significative. In ogni caso non si è rilevata una differenza significativa tra zeaxantina e beta-carotene tra casi e controlli.

Atherosclerosis, 2011; 219(2):789-93

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