I rischi del litio: ipercalcemia, ipertiroidismo, aumento di peso

19 Mag 2012 Neurologia

L’assunzione di litio è associata a un maggiore rischio di incapacità a concentrare le urine, ipotiroidismo, iperparatiroidismo, e aumento di peso. Nella maggior parte dei casi, invece, non vi sono evidenze di una riduzione clinicamente significativa della funzionalità renale, e il rischio di scompenso renale allo stadio terminale è basso. Il rischio di malformazioni congenite è incerto e il bilancio dei rischi dovrebbe essere fatto prima della sospensione del litio in gravidanza. Considerando il riscontro costante di un’alta prevalenza di iperparatiroidismo, bisognerebbe controllare le concentrazioni di calcio prima e durante il trattamento. È questa l’interpretazione che Rebecca F. McKnight e i suoi colleghi del dipartimento di Psichiatria dell’università di Oxford (UK) danno ai risultati di una revisione sistematica con meta-analisi di 385 studi, sia sperimentali che osservazionali, da loro effettuata per realizzare un profilo di tossicità clinicamente informativo sul litio, farmaco di ampia diffusione per il trattamento dei disturbi dell’umore. Nel complesso il tasso di filtrazione glomerulare è apparso ridotto di 6,22 mL/min e la capacità di concentrare le urine del 15%. Il litio avrebbe potuto aumentare il rischio di insufficienza renale, ma il rischio assoluto è risultato piccolo. La prevalenza di ipotiroidismo clinico è invece aumentata nei pazienti in terapia con litio rispetto a quelli che assumevano un placebo e il Tsh è aumentato in media di 4 Ui/mL. Il trattamento con il litio si è associato a maggiori livelli ematici di calcio e di paratormone. I pazienti che hanno assunto litio hanno guadagnato più peso di quanti hanno ricevuto un placebo ma non olanzapina.

Lancet, 2012 Feb 25;379(9817):721-8

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