Tumore alla mammella. Se diagnosticato precocemente, guarisce nel 90% dei casi

12 Lug 2013 Oncologia

Il dato è stato riportato nel corso del convegno promosso dal Gruppo italiano mammella. Il rischio però è che i progressi sin qui raggiunti siano messi a repentaglio”dalla mancata o non corretta applicazione di raccomandazioni e linee guida sul trattamento della patologia”.

10 GIU – Se diagnosticato precocemente, nel 90% dei casi il tumore alla mammella guarisce perfettamente. E’ quanto ha rilevato Francesco Cognetti, direttore del Dipartimento di Oncologia Medica del Regina Elena di Roma, durante il convegno nazionale promosso dal Gruppo italiano mammella (Gim) nella capitale per la presentazione degli ultimi lavori scientifici sul cancro al seno.

“Il contributo del Gim  è stato determinante per raggiungere l’eccellenza – commenta Cognetti – Il nostro network, che riunisce i maggiori specialisti italiani, è nato dal desiderio di costituire un rapporto di stretta collaborazione clinica e scientifica tra tutti coloro che operano quotidianamente in questo settore. Per assicurare alle pazienti il maggior livello assistenziale possibile, oltre a favorire il progresso nella ricerca. Abbiamo compiuto grandi passi”.

Il lavoro effettuato sino a questo momento rischia però di “essere minato, nella sua validità, dalla mancata o non corretta applicazione di raccomandazioni e linee guida sul trattamento della patologia”. Per gli oncologi la preoccupazione maggiore riguarda la “formulazione di proposte terapeutiche spesso minimaliste, che non tengono conto delle raccomandazioni provenienti dalle società scientifiche. Queste modalità di cura, seppure accattivanti per le pazienti per la loro durata ridotta ed una contenuta incidenza di effetti collaterali, spesso non sono sostenute da sufficienti prove scientifiche. Presentano quindi il rischio concreto di un minore effetto sulle possibilità di guarigione”.

Eppure, esistono ormai da tempo schemi terapeutici di comprovata efficacia, fondamentali per le oltre 46mila italiane che ogni anno si ammalano di neoplasia al seno. “La Comunità Oncologica Nazionale offre alle pazienti un’uniformità di trattamenti e percorsi condivisi ed omogenei su tutto il territorio – spiega Lucia del Mastro, dell’Oncologia Medica dell’IST di Genova – Questo permette da un lato di lavorare in rete tra le diverse Oncologie, dall’altro di ottimizzare dati clinici e utilizzare in modo appropriato le risorse per garantire alle malate le migliori modalità di approccio diagnostico e terapeutico”.

Il Gim riunisce “140 centri d’eccellenza in tutta Italia – sottolinea Sabino De Placido, dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” – Stiamo conducendo in contemporanea diversi studi clinici di fase III, come i GIM 1 – 2 – 3, a cui partecipano migliaia di pazienti. L’abstract del GIM 3 è stato presentato durante il congresso annuale dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) di Chicago, appena concluso”. E De Placido garantisce che si tratta di “ricerche davvero promettenti, su combinazioni di farmaci innovative, che speriamo possano rappresentare un aiuto concreto per tutte le donne con tumore della mammella”.

 

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