Ipertrofia prostatica, nuove linee guida italiane

21 Dic 2011 Urologia

Nuovi farmaci, approcci terapeutici originali con molecole già note e un’analisi rigorosa dell’utilità di impiego dei fitoterapici. Sono tra i capitoli chiave di terapia medica aggiornati nelle linee guida 2011 sull’Ipertrofica prostatica benigna (Ipb) presentate in questi giorni a Sorrento dall’Auro.it (Associazione urologi italiani). «Un lavoro di circa un anno, che ha preso in esame la letteratura a partire dal 2007 sino a fine 2010 e che si distingue per una filosofia di base che pone al centro, ancor prima della malattia, il paziente, le sue condizioni e le sue scelte» spiega Sebastiano Spatafora, coordinatore del Comitato scientifico Auro.it. «Sul fronte della terapia medica abbiamo prodotto diverse raccomandazioni. Intanto sono emerse evidenze importanti per l’uso in combinazione di alfa-bloccanti e inibitori della 5 alfa reduttasi in pazienti con Ipb e prostata di volume aumentato. Tale combinazione porta indubbi vantaggi che superano il maggior rischio di effetti collaterali. Altra novità è la raccomandazione all’uso della combinazione di alfa litici e anticolinergici in pazienti con sintomi ostruttivi della prostata e vescica iperattiva.  Prendendo, poi, in esame gli inibitori della 5 fosfodiesterasi, l’unica indicazione che emerge dall’analisi della letteratura riguarda il taladafil 5 mg: il paziente con disfunzione erettile e Ipb, già in terapia con taladafil, può evitare di assumere farmaci specifici per la cura dell’iperplasia in quanto il farmaco è in grado di controllare i sintomi dell’iperplasia». Infine il capitolo dei fitoterapici, usati da tantissimo tempo ma ancora con poco  evidenza scientifica di supporto in letteratura. «La nostra analisi» precisa Spatafora «consente per la prima volta di discriminare i fitoterapici non indicati da quelli che, in casi fortemente selezionati, possono essere utili».

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