Troponina ad alta sensibilità predittiva nello scompenso

27 Ago 2012 Cardiologia

Nonostante i livelli circolanti molto bassi, le modificazioni dei livelli di troponina cardiaca ad alta sensibiità (hs-cTnT) lungo il tempo sono fortemente predittivi di nuovi eventi cardiovascolari in soggetti con scompenso cadiaco cronico, ma aggiungono un limitato valore prognostico. È quanto rivela uno studio – condotto da Serge Masson, dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, e collaboratori – nel quale vengono analizzati i dati di 5.284 pazienti con scompenso cardiaco cronico tratti da due trial clinici randomizzati indipendenti, il Valsartan Heart Failure Trial (Val-HeFt, n=4.053) e il Gissi-Heart Failure Trial (Gissi-Hf, n=1.231). La hs-cTnT è stata misurata al momento della randomizzazione e dopo 3 oppure 4 mesi di follow-up, nel Gissi-Hf e nel Val-HeFt, rispettivamente. L’associazione tra le modificazioni nel tempo di hs-cTnt e i vari outcome è stata testata mediante modelli multivariati. In entrambi gli studi, gli aumenti dei livelli di hs-cTnT sono risultati associati a età, diabete mellito, peggioramento della funzione renale (riduzione dell’eGfr) e alle concentrazioni basali o in aumento di Nt-proBnp. Gli incrementi di concentrazione di hs-cTnT sono apparsi associati con la mortalità generale, con tassi di incidenza rispettivamente dell’8,19 e del 6,79 per 100 anni-persona nel ValHeft e nel Gissi-Hf (hazard ratio: 1,59 e 1,88), dopo aggiustamento per fattori di rischio convenzionali e livelli basali di hs-cTnT e Nt-proBnp. Le modificazioni di concentrazione di hs-cTnT hanno migliorato leggermente la discriminazione prognostica rispetto ai valori basali soltanto in relazione agli outcome fatali.

Circulation, 2011 Dec 2. [Epub ahead of print]

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