Dolore toracico: probabilità pretest contro stress test inutili

La maggior parte dei pazienti ricoverati per dolore toracico a basso rischio è sottoposta a prova da sforzo indipendentemente dalla probabilità pretest, ma i risultati dello stress test raramente sono anormali. Effettuare lo stress test basandosi sulla probabilità pretest potrebbe migliorare l’efficacia dell’assistenza senza mettere inutilmente in pericolo i pazienti. È quanto è emerso da uno studio retrospettivo di coorte – realizzato da un gruppo di ricercatori della Tufts University di Boston, sotto la guida di Srikanth C. Penumetsa – su pazienti di età pari o superiore a 21 anni, ricoverati per dolore toracico tra il 2007 e il 2008. Di questi soggetti si sono valutate le cartelle cliniche cartacee ed elettroniche per due ordini di motivi: identificare le differenze nell’uso dello stress test in base ad aspetti demografici e alle comorbilità, alla probabilità pretest di malattia coronarica e alla copertura offerta dal personale interno; descrivere i risultati dei test da sforzo e gli outcome del paziente, considerando le procedure di rivascolarizzazione e i nuovi ricoveri a 30 giorni per infarto miocardico. Su 2.107 pazienti, 1.474 (69,9%) erano stati sottoposti a prova da sforzo, e i risultati sono stati anormali in 184 (12,5%). Entro 30 giorni, 22 pazienti (11,6%) con test anormale sono stati avviati a cateterismo cardiaco, 9 (4,7%) a rivascolarizzazione, e 2 (1,1%) sono stati nuovamente ricoverati per infarto del miocardio. All’analisi statistica, la richiesta di test da sforzo è apparsa associata positivamente a un’età inferiore a 70 anni (rischio relativo, Rr:1,12), all’avere una copertura  assicurativa privata (Rr vs Medicare/Medicaid: 1,19) e mancata copertura del personale (Rr: 1,39). Dei pazienti con bassa (<10%) probabilità pretest, il 68% è stato avviato a stress test, ma solo il 4,5% di questi ha avuto un risultato anormale.

Arch Intern Med, 2012 May 7. [Epub ahead of print]

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