Ipertensione arteriosa – linee guida europee 2013

L’ESH (Società Europea dell’Ipertensione Arteriosa) e l’ESC (Società Europea di Cardiologia) hanno pubblicato le nuove linee guida per la gestione dell’ipertensione arteriosa, semplificando ai medici la gestione terapeutica di questi pazienti. Le Linee Guida Europee, che sono state pubblicate in simultanea sul Journal of Hypertension1, sullo European Heart Journal e su Blood Pressure, costituiscono  un suggerimento per il medico che debba curare l’ipertensione, raccomandano una riduzione della PAS sotto i 140 mmHg (e della PAD sotto i 90 mmHg) in tutti i pazienti ipertesi, sia in quelli a basso e moderato rischio, sia in quelli ad elevato rischio a differenza delle precedenti Linee guida, pubblicate nel 2007, che  per i pazienti ad alto rischio raccomandavano un target pressorio inferiore a 130/80. Si è visto successivamente che i regimi terapeutici che riducono la PAS a valori prossimi o inferiori a 120-125 mmHg e la PAD sotto i 70-75 mmHg potevano dare luogo ad un aumento (piuttosto che ad un’ulteriore riduzione) dell’incidenza degli eventi coronarici, fenomeno chiamato della “curva J”. Questo ha portato a riconsiderare la questione del reale beneficio per valori di PA talvolta ridotti in modo eccessivo, con conseguente ipoperfusione degli organi vitali e aumento del rischio cardiovascolare. Quindi i target pressori nelle nuove raccomandazioni ricondsiderano i target e fanno eccezione per i soggetti diabetici (PAD

Nel documento integrale si trovano tutte le indicazioni per quando iniziare un trattamento farmacologico immediato (pazienti con ipertensione di grado II e III), mentre per i pazienti con ipertensione di grado I, viene raccomandata la valutazione della presenza o meno di altri fattori di rischio: il  tutto è espresso in chiare tabelle ed algoritmi. Inoltre viene risottolineata l’ importanza di corretti stili di vita per prevenire l’insorgenza di ipertensione oppure coadiuvare la terapia anti ipertensiva, già altrove ricordati: ridurre il consumo di sale a 5-6 g./die, moderare l’assunzione di alcol, controllo del peso corporeo, pratica di un regolare esercizio fisico, cessazione del   fumo di sigaretta.

Riguardo la scelta dei farmaci viene lasciata al medico la scelta del farmaco più adatto alle condizioni cliniche di ciascun paziente rammentandone la maggior utilità di ciascuna classe in determinate condizioni cliniche associate, come , ad esempio, in pazienti con presenza di microalbuminuria o di danno renale in cui vanno preferiti ACE inibitori o sartani,  così come è bene non usare betabloccanti negli asmatici. In sintesi le indicazioni di queste Linee Guida promuovono un trattamento individualizzato senza indicare una gerarchia d’uso per classi farmacologiche. Le associazioni consigliate riprendono le opportunità già note nelle precedenti edizioni delle Linee Guida, consigliando di evitare l’associazione tra ACEi e ARB. Infine viene sottolineata l’importanza  crescente per il monitoraggio della pressione arteriosa a casa del paziente, accanto a quello ambulatoriale, così come la necessità di una valutazione della totalità dei fattori di rischio per le malattie cardiovascolari per ogni soggetto trovato iperteso.

CARD-1090003-0000-UNV-W-07/2015

 

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