Androgeni connessi al rischio nelle donne giovani

29 Giu 2005 Oncologia

Elevati livelli sierici di androgeni sono associati all’aumento del rischio di tumore mammario nelle donne in et? premenopausale.
I dati provenienti da studi su donne in et? postmenopausale hanno gi? posto in connessione elevati livelli di androgeni con il tumore mammario, ma non era finora chiaro se ci? fosse valido anche prima della menopausa: il presente studio, invece, apporta forti prove che connettono il rischio di tumore mammario a livelli elevati di testosterone ed androstenedione anche prima della menopausa.
Sono comunque necessari ulteriori studi per determinare se questi ormoni siano di origine surrenale od ovarica, e per valutare se variazioni dello stile di vita o altri tipi di intervento possano abbattere questi livelli ormonali e ridurre il rischio tumorale.
(J NatI Cancer Inst 2005; 97: 755-63)

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Sorveglianza attiva sostituisce il trattamento in alcuni uomini

28 Giu 2005 Oncologia

Una strategia basata sulla sorveglianza attiva costituisce un approccio praticabile per la gestione dei tumori prostatici precoci a basso rischio.
La sorveglianza attiva differisce dal cosiddetto “monitoraggio vigile” nel fatto che essa applica il trattamento radicale per la progressione biochimica, piuttosto che un trattamento palliativo per la progressione sintomatica.
Il tumore prostatico ? la sola neoplasia umana che ? curabile ma che di solito non necessita di essere curata: la sfida per la sua gestione nelle forme precoci consiste nel distinguere i pazienti con tumori clinicamente rilevanti da quelli la cui malattia ? destinata ad essere un mero fenomeno istologico incidentale.
Il periodo di raddoppiamento tipico del PSA ? pari a 12 anni, il che suggerisce un decorso indolente della malattia nella maggior parte dei pazienti.
Bench? la mortalit? da tumore prostatico a lungo termine associata alla sorveglianza attiva in uomini giovani e sani con tumore prostatico a basso rischio sia fondamentalmente sconosciuta, nel peggiore dei casi essa sarebbe dello stesso livello di quella associata al monitoraggio vigile negli stessi pazienti.
(BlU lnt 2005; 95: 956-60)

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Migliore marcatore prognostico della creatinina nell’anziano

27 Giu 2005 Nefrologia

Quale misura della funzionalit? renale, la concentrazione sierica di cistatina C pu? fornire una stima migliore del rischio di morte e di eventi cardiovascolari nel pazienti anziani rispetto a creatinina o tasso di filtrazione glomerulare.
La cistatina C ? un inibitore delle proteasi escreto dalle cellule nel flusso ematico, e filtrato e metabolizzato dal rene.
All’Interno di ogni quintile di creatinina, l’aumento dei livelli di cistatina C ? associato all’aumento della mortalit?.
Riguardo la mortalit? complessiva, non soltanto tale molecola risulta oltre ed al di sopra del potenziale predittivo dei fattori di rischio tradizionali, ma essa risulta il fattore predittivo di morte singolo pi? importante dell’intero studio.
Inoltre, essa presenta un’elevatissima associazione prognostica con il rischio cardiovascolare, con una differenza di Quasi 10 volte nel rischio di mortalit? cardiovascolare dai valori pi? bassi a Quelli pi? elevati.
In campo chirurgico, il dosaggio della cistatina C pu? aiutare il medico a valutare il rapporto rischio/beneficio dell’intervento, soprattutto laddove l’intervento pu? essere influenzato dalla funzionalit? renale del paziente.
Per il futuro, saranno importanti ricerche focalizzate sullo sviluppo di pi? accurate equazioni di stima della filtrazione glomerulare, sulla base del livelli sierici di creatinina, cistatina C o entrambe.
(N EnglJ Med 2005; 352: 2049-60 e 2122-4)

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Test sierici e dell’H.pylori connessi al rischio

27 Giu 2005 Oncologia

La concentrazione sierica di pepsinogeno e di anticorpi anti-Helicobacter pylori costituisce un buon marcatore predittivo per lo sviluppo di tumore gastrico.
Essi infatti consentono di comunicare al paziente il proprio rischio di tumore gastrico tramite un semplice test sierologico.
E’ stato inoltre rilevato che et? e sesso sono fattori di rischio indipendenti per questa malattia: gli uomini sopra i 60 anni con pepsinogeno atrofico e negativi per gli anticorpi anti-Helicobacter presentano la maggior incidenza annua di tumori gastrici.
Attualmente vi ? una tendenza all’aumento della gastrocancerogenesi, con progressione dell’infezione da H.pylori: il presente studio fornisce dati di base definitivi per gli studi futuri sulla prevenzione dei tumori gastrici.
(Gut 2005; 54: 764-8)

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Ripetizione PAP-test dopo risultati insoddisfacenti non necessaria

La ripetizione del PAP-test entro due-quattro mesi dopo l’ottenimento di un campione non soddisfacente con cellurarit? squamosa inadeguata potrebbe non essere necessaria.
Nelle risposte di citologia ginecologica, i patologi o citotecnologi devono fornire informazioni su adeguatezza e qualit? del campione unitamente alla propria interpretazione.
Pertanto, oltre a definire le categorie diagnostiche, il sistema Bethesda sviluppa anche criteri per determinare l’adeguatezza qualitativa del PAP-test: questi criteri includono stime dei numeri di cellule squamose ed endocervicali presenti nel campione, della preservazione e fissazione di quest’ultimo e dell’assenza di elementi oscuranti quali un eccesso di sangue o infiammazione.
Con l’implementazione del criterio Bethesda 2001, sembra che una gran parte dei PAP-test verrebbero classificati come insoddisfacenti: se a tutte queste pazienti venisse richiesto di ripetere l’esame dopo due-quattro mesi, l’aumento dei costi sanitari potrebbe essere considerevole.
(AmJ Clin Patho/. 2005; 123: 738-43)

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CNR: nel biberon il latte equino che e’ piu’ simile a quello della mamma

25 Giu 2005 Ginecologia

Se proprio non si pu? avere il latte della mamma, nel biberon del beb? ? meglio mettere quello equino, pi? simile del latte di mucca a quello materno.
Ad affermarlo e’ un team di ricercatori del CNR della sezione di Torino dell’Istituto di scienza delle produzioni alimentari del CNR, che ha realizzato una ricerca e messo a confronto il latte materno con quello bovino ed equino.
Ottenendo risultati significativi.
“lo studio -spiega il CNR -si ? concentrato sulla componente proteica dei tre tipi di latte, dedicando un’attenzione particolare alla parte aminoacidica che si perde durante la lavorazione e la trasformazione del prodotto.
Prima di entrare nel ciclo produttivo il latte vaccino, ossia quello normalmente utilizzato per produrre il latte per la prima infanzia, viene sgrassato.
Insieme ai lipidi, che vengono poi sostituiti da analoghe sostanze di origine vegetale, viene persa per? anche la parte proteica associata alle membrane dei globuli di grasso, Una frazione proteica su cui finora si avevano pochi dati a causa delle oggettive difficolt? di analisi” dice Amedeo Conti, responsabile dell’ISPA-CNR di Torino.
“Nel laboratorio di Proteomica dell’Istituto – aggiunge Conti -sono stati messi a punto metodi originali di estrazione e solubilizzazione di tali proteine e tecniche di separazione e caratterizzazione, che hanno consentito di classificare, per il latte umano, 122 proteine, divisibili per funzioni biologiche in tre gruppi.
Tra le 122 proteine identificate, -prosegue il CNR -particolarmente interessante si ? rivelata la lattoaderina, una proteina coinvolta nello sviluppo del tessuto mammario durante l’allatta mento e in grado di prevenire alcune infezioni nei neonati allattati al seno”, Ma ancora pi? interessante ? stata l’altra scoperta dei ricercatori dell’ISPA-CNR.
Nel confronto tra i 3 tipi di latte, quello della mamma, il latte bovino e quello equino, – conclude Conti -? emerso che la lattoaderina equina ? assai pi? simile a quella umana, rispetto all’omologa proteina bovina”.

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Apporto serale lattalbumina migliora sonno e stato di vigilanza mattutino

L’apporto sera di alfa-lattalbumina (A-LAC) migliora la qualit? del sonno e lo stato di vigilanza al mattino.
Si pensa che la funzionalit? cerebrale della serotonina promuova la regolazione del sonno ed i processi cognitivi, mentre le anomalie del sonno ed il susseguente declino comporta mentale vengono spesso attribuiti a deficit di questa attivit?.
L’assorbimento cerebrale del precursore della serotonina, il triptofano, dipende dai nutrienti che influenzano la disponibilit? del triptofano tramite una variazione nel rapporto fra triptofano plasmatico e somma degli altri grandi aminoacidi neutrali.
L’A-LAC ? la pi? grande fonte di triptofano fra tutte le proteine alimentari.
L’aumento della disponibilit? per il cervello di triptofano nel plasma derivante dalla dieta serale sostiene lo stato di vigilanza la mattina dopo un sonno della durata dell’intera nottata, pi? probabilmente a causa di un miglioramento nella qualit? del sonno.
Sono comunque necessarie ulteriori prove di questo fenomeno, fra cui elettroencefalogrammi nel sonno, nei soggetti con sintomi pi? gravi a carico del sonno stesso.
Ad esempio, gli effetti benefici sulla performance notturna potrebbero essere mediati da una riduzione dei tempi di latenza per il raggiungimento del sonno, o per il sonno REM, dato che questi ultimi intervalli sono particolarmente influenzati dalla deplezione acuta del triptofano o dall’L- triptofano.
(AmJ Clin Nutr.
2005; 81: 1026-33)

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Diagnosi nell’anziano indipendente da sesso o razza

23 Giu 2005 Geriatria

La diagnosi di depressione negli anziani non differisce in base alla razza o al sesso del paziente.
Ci? risulta in Qualche modo sorprendente, dato che la letteratura aveva indicato l’elemento del giudizio del medico Quale potenziale fattore contributivo alle disparit? osservate in materia.
Il presente studio costituisce un primo passo verso la comprensione del ruolo del medico nelle differenze nella diagnosi ed il trattamento della depressione fra le varie razze.
l’elemento del giudizio medico sulla semplice base della razza apparente non costituisce una spiegazione probabile per tali differenze: sono necessario ulteriori studi che esaminino i fattori sia correlati al medico che al paziente, come anche l’impatto dell’interazione medico-paziente.
Le spiegazioni potrebbero infatti essere molteplici, ed essere anche dovute al paziente: ad esempio, potrebbero essere implicati elementi quali un minor uso degli ambienti sanitari formali per la depressione, una diversa presentazione dei sintomi o le preferenze del paziente in termini di trattamento.
E’ attualmente in fase di studio un’indagine che esamini l’aderenza alle terapie per la depressione in base alla razza, che prenda in considerazione fattori quali spiritualit? e religiosit? che potrebbero trovare alla base delle differenze fra le razze nella volont? di assumere farmaci per la depressione.
(l Am Geriatr Soc 2005; 53: 777-84)

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Fumo: provoca 25 malattie e ‘brucia’ fino a 15 anni di vita

Sigaretta killer.
Provoca 25 malattie e ‘brucia’ fino a 15 anni di vita.
lo ricordano gli esperti dell’Istituto nazionale tumori (INT) di Milano, che in occasione della Giornata mondiale senza tabacco sono intervenuti alla premiazione dei vincitori del concorso per le scuole ‘Idee in fumo’, lanciato dal quotidiano milanese, dall’INT e dalla trasmissione televisiva ‘le Iene’, Chi fuma -ha ricordato lo pneumologo Roberto Boffi, direttore del Centro anti-fumo dell’IRCCS di via Venezian, che dal 2001 ha assistito piu’ di 800 ‘pentiti’ convincendo 3 su 10 a smettere -va incontro sistematicamente alla bronchite cronica ed e’ il candidato quasi esclusivo ad ammalarsi di cancro al polmone, Non solo, Ha un rischio doppio di infarto, una probabilita’ quadrupla di aneurisma dell’aorta e 2,2 volte maggiore di aneurisma cerebrale.
Ma il fumo, tra le 88 sostanze individuate dall’OMS come “sicuramente cancerogene”, e’ un fattore di rischio dimostrato anche per il tumore della vescica, del pancreas e del rene, oltre che per l’ulcera duodenale, il diabete e la polmonite severa.
Infine, le ‘bionde’ riducono le performance sessuali e provocano un precoce invecchiamento della pelle.
Risultato: il ‘vizio’ ? una abitudine in lieve calo nel Belpaese, ma che riguarda ancora un italiano su 4 -uccide oltre 85 mila connazionali l’anno.

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Impianto enteryx esofageo utile in reflusso da inibitori pompa protonica

L’impianti di enteryx nell’esofago risulta sicuro ed efficace per il reflusso
gastroesofageo per periodi fino a 24 mesi. Questa procedura costituisce una
terapia alternativa per i pazienti con reflusso dipendente da terapia con inibitori
della pompa protonica. Bench? questo trattamento determini miglioramenti
significativi dopo sei e 12 mesi, ? necessario un monitoraggio pi? prolungato
per valutare pienamente la durevolezza di questi effetti positivi. L’enteryx ? un
polimero biocompatibile non riassorbibile che viene impiantato nel tessuto
murale profondo dello sfintere esofageo inferiore (LES). Utilizzando un ago da
scleroterapia sotto visualizzazione fluoroscopica, l’enteryx viene iniettato come
liquido non viscoso, e si solidifica rapidamente in situo Il suo meccanismo di
azione risiede nella modifica della distensibilit? e della compliance a livello della
giunzione gastroesofagea, prevenendo pertanto il reflusso. Il ruolo preciso di
questa terapia nel trattamento del reflusso rimane comunque da determinarsi.
(Gastrointest Endosc. 2005; 61: 650-8)

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