Diabete tipo 2: statine riducono progressione calcio nelle coronarie

21 Giu 2005 Cardiologia

Il trattamento con stati ne riduce la progressione del calcio nelle coronarie
(CAC), un parametro di valutazione dell’arteriosclerosi, nei pazienti con diabete
di tipo 2. nei diabetici ? necessaria una gestione aggressiva della lipidemia, allo
scopo di rilevare l’arteriosclerosi in modo non invasivo ed individualizzare la
terapia. In base alla regressione logistica multipla, l’uso di statine e la CAC di
base risultano significativamente associate alla progressione della stessa CAC,
mentre l’emoglobina A1c risulta solo debolmente correlata alla progressione
della CAC. La possibilit? di seguire lo sviluppo dell’arteriosclerosi pu? essere
molto utile per valutare l’adeguatezza della terapia: a volte sono necessari
farmaci multipli per controllare lipidemia e pressione, e questo strumento ha il
potenziale di aiutare a guidare i medici. (Am HeartJ 2005; 149: 695-700)

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Antibiotici la rallentano o la prevengono

I risultati di studi condotti sull’animale suggeriscono che l’attivazione delle
cellule microgliali della retina svolgano un ruolo chiave nello sviluppo della
retinopatia diabetica, e che le tetracicline possano limitare l’attivazione
microgliale. Tali antibiotici possono essere considerati quali forti candidati per
divenire farmaci terapeutici per la riduzione delle complicazioni retiniche del
diabete. Recenti dati hanno suggerito che il diabete porti ad una risposta
infiammatoria cronica all’interno della retina: la microglia, che costituisce la
componente immune effettrice nella retina stessa, rappresenta pertanto un
importante target per la riduzione di questa infiammazione. Le tetracicline di
seconda generazione, che esercitano effetti antinfiammatori separati da quelli
antimicrobici, ha dimostrato efficacia in molti modelli animali di
neurodegenerazione nei quali l’infiammazione cronica svolge un ruolo.
L’attivazione microgliale nella retina avviene precocemente nel decorso del
diabete; i mediatori infiammatori risultano elevati all’interno della retina in
l’i conseguenza del diabete, ed il diabete stesso porta ad apoptosi neuronale nella
retina: tutto ci? ? limitato dalle tetracicline. Bench? questi dati siano in linea con
quelli rilevati in altri modelli di malattie neurodegenerative, non era finora noto
-; in che misura l’attivazione microgliale e l’infiammazione fossero importanti nella
fisiopatologia della retinopatia diabetica. Sono necessarie ulteriori ricerche per
determinare se le tetracicline di seconda generazione possano prevenire o
ridurre il danno retinico: ? comunque probabile che i composti che possano
influenzare l’attivazione microgliale possano rappresentare un importante target
terapeutico per la malattia. (Diabetes 2005; 54: 1559-65)

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Ictus: stimolazione magnetica migliora funzionalit? motoria

20 Giu 2005 Neurologia

La stimolazione magnetica transcranica ripetuta (rTMS) dell’emisfero cerebrale non colpito dei pazienti con ictus riduce il tempo di reazione e migliora la performance motoria.
Nel cervello sano, le cortecce di entrambi gli emisferi si inibiscono l’una con l’altra in misura simile, essenzialmente annullandosi a vicenda.
Quando il paziente va incontro ad ictus, l’emisfero colpito causa un’inibizione minore dell’emisfero sano, il che pertanto aumenta l’attivit? inibitoria dell’emisfero sano.
Se fosse possibile diminuire l’attivit? dell’emisfero sano, si potrebbe sollevare l’inibizione dell’emisfero colpito e migliorare la funzionalit? motoria.
Gli autori dello studio suppongono che con l’aumentare del numero di sessioni sia possibile incrementare la durata e l’entit? dell’effetto della rTMS, la cui efficacia ? stata comprovata.
Il prossimo passo sar? tentare di somministrare la rTMS per 10 giorni consecutivi, e testare poi la funzionalit? motoria del paziente.
(Neurology 2005; 64: 1802-4)

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Strumento rischio attacco cardiaco incostante fra le razze

19 Giu 2005 Cardiologia

Un’analisi a razze miste di pazienti che potrebbero andare incontro ad infarto
rivela alcune dissimilarit? nei risultati dell’ACI- TIPI (Acute Coronary Ischemia-
rime Insensitive Instrument). Questi risultati indicano l’importanza delle
differenze razziali o etniche nella valutazione di pazienti che potrebbero star
incorrendo in un attacco cardiaco: ci? non ? gravido di conseguenze soltanto
per l’attuale pratica clinica, ma anche per la ricerca futura. I pazienti
provenienti da Singapore, ad esempio, hanno minori probabilit? di manifestare i
sintomi tipici dell’attacco cardiaco, come il dolore toracico. Anche et? e sesso
maschile hanno scarso potere predittivo nella diagnosi differenziale dell’attacco
cardiaco in questi pazienti. Sulla base di questi dati, deve essere messa in
discussione l’utilit? della stratificazione del rischio cardiaco nella popolazione. I
medici dovrebbero considerare coscienziosamente gli effetti delle differenze
etniche e razziali nell’applicazione delle regole decisionali cliniche, soprattutto
nei pazienti con cardiopatie. (Acad Emerg Med online 2005, pubblicato il 24/5)

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Degenerazione maculare da invecchiamento connessa al fumo

Gli anziani che fumano hanno il doppio delle probabilit? di sviluppare degenerazione maculare da invecchiamento (AMD) rispetto ai loro coetanei non fumatori.
E’ noto che il fumo sia un fattore di rischio di AMD, ma la forza di questa associazione negli anziani di et? minima pari a 75 anni non era finora nota.
L’aumento del rischio di AMD, che nel Regno Unito (dove lo studio ha avuto luogo) ? la pi? comune causa di cecit?, rappresenta un’ulteriore ragione per i pazienti per smettere di fumare, e per le istituzioni di sviluppare campagne per la salute pubblica rivolte direttamente contro questa minaccia.
(Br l Ophthalmol 2005; 89: 550-3)

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Elevata espressione di HER2

16 Giu 2005 Oncologia

Nei pazienti con tumore vescica le primario e con malattia metastatica si osserva
un’elevata espressione di HER2, il che suggerisce che una terapia mirata
all’HER2 potrebbe costituire un approccio utile per questi tumori. Il presente
studio, basato su un protocollo avanzato, dimostra che l’espressione di HER2 ?
elevata in entrambi i casi, e che l’ulteriore sviluppo di terapie mirate che si
basino su questo recettore appare praticabile. Il recettore risulta presenta in
quasi tutti i linfonodi sentinella, nel 72 percento delle metastasi regionali e nel
47 percento di quelle a distanza. L’espressione di HER2 nel tumore primario,
infine, ? predittiva della sua espressione anche nella malattia metastatica. (BlU
lnt 2005; 95: 982-6)

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Elevato il rischio di uomini sotto HAART

L’incidenza del diabete negli uomini con infezione da Hiv che ricevono terapia
HAART ? pi? che quadruplicata rispetto a quella in uomini Hiv-sieronegativi.
Potenti farmaci hanno trasformato l’Hiv in una malattia cronica per le persone
che vi hanno accesso, ma vi potrebbero comunque essere seri effetti collaterali.
I professionisti dell’area sanitaria devono essere consapevoli di questo
potenziale problema e della possibilit? di conseguenze a lungo termine derivanti
dall’elevata concentrazione di zuccheri nel sangue in pazienti con infezione da
Hiv: Il tasso di incidenza del diabete fra i soggetti sotto HAART rispetto agli altri
? pari a 4,11. (Arch lntern Med 2005; 165: 1179-84)

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Ruolo protettivo degli anticorpi anti-MUC1

14 Giu 2005 Oncologia

La mucina epiteliale (MUC1) risulta sovraespressa in molti tumori, fra cui quello
ovarico, e gli anticorpi anti-MUC1 potrebbero svolgere un ruolo nella riduzione
di questi tumori. La presente ricerca indica decisamente una risposta immune
che coinvolge la proteina tumorale MUC1 quale meccanismo che spieghi la
protezione associata a diversi fattori di rischio tradizionali per il tumore ovarico,
come uso di contraccezione orale e ligamento delle tube, come anche a fattori
di rischio precedentemente non riportati. Potrebbe risultare possibile creare un
vaccino che protegga dal tumore ovarico, e forse anche da altri tumori che
esprimono MUC1, come quelli della mammella e dell’utero. (Cancer Epidemio/
Biomarkers Prev 2005; 14: 1125-31)

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Sicuro trattamento durante la gravidanza

12 Giu 2005 Ginecologia

Le donne con tubercolosi plurifarmacoresistente (MDR- TB) possono essere trattate in sicurezza durante la gravidanza.
La gravidanza non costituisce infatti una controindicazione per il trattamento di questa malattia, ma il fallimento della terapia durante la gravidanza pu? essere fonte di elevati gradi di morbidit? sia per la madre che per il bambino.
I neonati, comunque, andrebbero monitorati strettamente per tutto il periodo neonatale e tutta l’infanzia: il test della tubercolina andrebbe effettuato alla nascita e poi all’et? di sei mesi.
I bambini sotto i quattro anni sono quelli pi? a rischio di sviluppare tubercolosi miliare, e dovrebbero quindi essere seguiti a livello clinico almeno ogni sei mesi alla ricerca di segni e sintomi di tubercolosi.
Sono necessari ulteriori dati sulla sicurezza dei farmaci anti-tubercolosi di seconda linea durante la gravidanza.
Questo punto ? argomento di un importante dibattito programmatico a livello dei programmi di trattamento della MDR- TB in tutto il mondo: secondo gli autori, dal punto di vista dei diritti umani, le donne incinte con MDR- TB meritano non soltanto una consulenza appropriata su rischi e benefici, ma anche l’opzione di scegliere di continuare sia il trattamento che la gravidanza.
(Clin Infect Dis 2005; 40: 1689-92)

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Trattamento in pronto soccorso di angina ed infarto

12 Giu 2005 Cardiologia

In un aggiornamento delle linee guida per la gestione dei pazienti con angina
instabile ed infarto senza slivellamento del tratto ST, ? stata prestata una
particolare attenzione alla diagnosi ed al trattamento di questi pazienti da parte
dei medici del pronto soccorso. Gli specialisti in medicina d’urgenza dovrebbero
essere esperti nell’identificazione dei pazienti con sindrome coronarica acuta: ?
infatti di importanza critica effettuare rapidamente la stratificazione del rischio,
onde garantire una terapia aderente alle linee guida in vigore. Lo scopo
dell’aggiornamento consiste nel porre nelle mani di questi medici un approccio
pratico che promuova la costanza e l’uso dei test e delle terapie basati
sull’evidenza. (Circulation online 2005, pubblicato il 27/5)

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